10 Ottobre 2020 In Circolari, Economia, Finanza

Lettera aperta al Presidente Musumeci – Quando l’aiuto diventa peggiore del danno A CASA CHI HA SBAGLIATO

Mettiamo 10.000 like per convincere il Presidente

Il BonuSicilia ha innescato, nelle 3 settimane di vita, un meccanismo economico che ha consumato le ultime boccate di ossigeno del nostro sistema.

Da una parte i professionisti. 10.000 commercialisti si sono attivati per informare i propri clienti dell’opportunità del fondo perduto regionale. Naturalmente prima hanno speso ore per studiare la materia. Poi hanno speso ore per avvisare ed incontrare i clienti. Poi hanno speso ore per capire chi ci rientrava e chi no. Poi hanno speso ore per spiegare alle imprese escluse perché lo erano. Poi hanno speso ore per incontrare i clienti beneficiari per predisporre le istanze. Poi hanno speso ore per predisporre gli incarichi professionali con tanto di privacy. Poi hanno speso ore per richiedere il Durc e cercare di regolarizzare laddove irregolare. Poi hanno speso ore per caricare le istanze dopo averle fatte firmare digitalmente (certo non bastava la credenziale spid, hanno voluto anche la firma digitale). Poi hanno speso ore per spiegare come inviare le istanze ai clienti più virtuosi. Poi hanno speso ore per prepararsi all’evento click day 1 ed anche all’evento click day 2. Ma si sa i commercialisti sono sempre pronti al sacrificio pur di far ottenere ragionevoli benefici ai propri clienti.

Dall’altra parte le imprese. 100.000 imprese si sono attivate per cercare di rientrare nell’occasione tanto ghiotta. La metà si è persa perchè non rientrava tra i beneficiari. Le  restanti 50.000 imprese hanno praticamente consumato quasi le stesse ore di tempo che hanno impiegato i commercialisti nell’iniziativa, poiché erano sempre al corrente degli sviluppi dell’operazione. In più hanno dovuto attivare velocemente lo spid, acquisire, per chi non era in possesso, la firma digitale (molti hanno dovuto fare file interminabili per ottenerla), e per tante imprese è stato necessario correre a regolarizzare le posizioni inps inail scoperte, uscendo denaro velocemente anche se non in possesso. Molti si sono indebitati pur di ottenere il Durc.

Oltre 50.000 richieste di Durc sono pervenute agli uffici Inps Inail, che hanno dovuto elaborare le richieste con la massima sollecitudine perché si era scritto che la regolarità doveva essere al momento dell’istanza. Impiegati su impiegati messi al lavoro per evadere le richieste e gestire le regolarizzazioni. Poi una faq risponde al quesito che la regolarità doveva essere presente al momento dell’erogazione. Intanto gli uffici sono stati sovracaricati di lavoro.

Ma cari amministratori regionali, avete idea di quanto sia costata al sistema imprese ed ai professionisti questo “giochino” che non ha funzionato? Si tratta di milioni e sicuramente molto di più di quanto si sarebbe realizzato.

Per tutti abbiamo vissuto bellissime aspettative trasformatesi in delusione e rabbia.

Si vera rabbia verso chi, da incompetente pensa di destinare risorse pubbliche. Rabbia verso chi non conosce il sistema economico e pretende di indirizzarlo. Rabbia verso chi illude,  giustifica e garantisce senza pensare che qui non si fa politica (dove tutto è ammesso) ma si fanno fatti economici, attraverso misure tecniche che devono funzionare.

Cari amministratori perché non interpellate gli addetti ai lavori? Perché non ascoltate i commercialisti che hanno gridato fin da subito il mancato funzionamento della piattaforma? A cosa serve voler garantire se le garanzie non ci sono?

Ora però è giusto giungere alle conclusioni che tutti noi speriamo.

A casa i tecnici che hanno gestito l’operazione.

A casa gli assessori che ne hanno garantito l’efficacia.

Caro Presidente è il momento di prendere le giuste decisioni. Basta parole. Ora vogliamo fatti, diversamente significa condiscendenza.